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Considerazioni sulla consultazione elettorale intervento di Michele Muratori

Nel 1970
l’illustre psichiatra svizzera Elisabeth Kubler-Ross lasciò in eredità al mondo
accademico il suo famoso studio chiamato “elaborazione del lutto”.

Lutto inteso
non solo come lutto in senso stretto, ma un lutto che può sfociare anche
nell’affettività o soprattutto nell’ideologia che un individuo porta con se.

Questo
modello, oramai considerato come un vero compendio basilare si sviluppa su 5
fasi, ovvero:

  1. La negazione, dove l’individuo usa
    questo meccanismo di difesa per rigettare l’esame della realtà
  2. La rabbia, dove l’individuo inizia ad
    esprimere aggressività o paura non accettando l’esito a lui sottopostogli
  3. La contrattazione, dove l’individuo
    inizia a patteggiare con se stesso riprendendo in parte lucidità cercando di
    riparare il riparabile
  4. La depressione, dove l’individuo
    inizia a prendere coscienza di quello che sta perdendo e dove negazione o
    rabbia iniziano ad essere sostituite da un forte senso di sconfitta
  5. L’accettazione, che non coincide
    necessariamente con l’ultimo stadio, e dove l’individuo accetta il suo destino
    ed ha avuto modo di elaborare i suoi errori ed acquisisce una nuova
    consapevolezza.

Bene, pare
oramai chiaro che chi più chi meno, a seguito di una tornata elettorale che ha
decretato una vittoria indiscutibile della democrazia cristiana, può aver
vissuto stati d’animo rappresentati in questo elenco. Credo che non sia il caso
della DC che ha visto un incremento del suo consenso in termini che nessuno,
probabilmente neanche lei si aspettava.

Credo che in
parte non sia il caso di RETE che ha ottenuto minor consenso, ma che dopo 7
anni dalla sua nascita ha potuto coronare il sogno di andare al governo, seppur
con il nemico giurato, fautore e antagonista al tempo stesso della sua nascita.

Come credo
che non sia il caso del raffazzonato comitato elettorale di Noi per la
Repubblica che ha raggiunto il suo obiettivo di fare da reggi moccolo alle
prime due forze classificatesi alle elezioni.

Discorso
diverso per Repubblica Futura che balzando tra una fase di negazione e una di
rabbia, ancora non ha raggiunto la consapevolezza del perché LIBERA ha deciso
di interrompere un percorso politico condiviso e del perché per una volta non
ha staccato lei stessa la spina al governo.

Cercherò di
spiegarlo per un’ultima volta: perché non siete meglio degli altri.

Avete combattuto con noi un potere incancrenitosi nel paese, ma non per fare pulizia, non per creare equità e giustizia, ma per sostituirlo con il vostro di potere. E allora cari amici, smettete di prenderci in giro e di prendervi in giro. Siete solo l’altra faccia della medaglia, e tranquilli: noi di LIBERA continueremo a combattere ugualmente, anche all’opposizione, tutti i poteri forti che sono rimasti, compreso il vostro.

Discorso diverso per la lista che ho l’onore di rappresentare. Non voglio spiegare il perché e il per come è nata LIBERA. Di sicuro dal punto di vista mio personale mi aspettavo un consenso leggermente maggiore della lista, ma non ne faccio di certo una tragedia, anzi, ringrazio di cuore chi ha creduto in noi, certi che ce la metteremo tutta per non deluderli.

Personalmente
rientro abbondantemente nella fase dell’accettazione e anzi, questo esito lo
vivo come un occasione fondamentale per analizzare un risultato non certo
lusinghiero, ma che serve a rilanciare un progetto di centro sinistra
riformista e progressista che tanto manca sullo scenario politico.

La sinistra
appunto.

Se è vero
che uno dei compiti della sinistra è quello di non lasciare indietro nessuno,
devo constatare che di sinistra se ne vede ben poca in questo nuovo esecutivo.
Oltre ai 5 segretari di stato con il marchio DC, possiamo tranquillamente
abbinargli quello di motus liberi ad esempio (non me ne voglia il loro
delegato, che tra l’altro stimo tantissimo), come possiamo abbinargli i 2 degli
NPR la cui provenienza è ben nota a tutti.

A proposito
di NPR devo ammettere in tutta sincerità che mi dispiace veramente non poter
vedere come segretari di stato i consiglieri Federico Pedini Amati, Alessandro
Mancini o la Denise Bronzetti. Ex colleghi con cui ho condiviso un percorso
politico insieme e che in tutta onestà mi aspettavo di vederli in congresso di
stato (anche qui non me ne vogliano i 2 designati perché sono persone
meritevoli e con un profilo professionale all’altezza).

Ma qui è come nel gioco del trono. Li o si vinceva o si moriva. Qui o si vince o si viene invischiati in un gioco di veti incrociati che impediscono a chi ha legittimamente preso più voti di poter ambire alla poltrona di segretario di stato solo per antipatie o ripicche degli alleati di governo o del proprio partito stesso.

Un po’
quello che sta succedendo in casa DC dove il povero Teodoro Lonfernini ha fatto
il giro di tutte le segreterie per trovargli una collocazione di ripiego
gradita ai più.

Ma mi sembra
di capire che il discorso della rappresentatività serve solo per modificare
leggi elettorali, poi quando uno sgradito si piazza primo, secondo, terzo,
quarto, ecc.. non vale più e partono le battaglie per far occupare le poltrone
ai più mansueti.

Di certo non
un buon inizio di questa trentesima legislatura.

Ultimo
baluardo della sinistra (se fa piacere anche a loro essere definiti di
sinistra) è rappresentato da Rete, e per questo mi incuriosisce la loro
collocazione nel futuro governo. Devo dire, e lo dico sinceramente, che sono
particolarmente stuzzicato nel vedervi all’opera nella cosi detta stanza dei
bottoni. Le deleghe a voi accreditate mi sembra siano quelle della sanità e
quella degli interni.

Mi sembra
l’altro giorno che promuovevate i referendum sul tetto massimo dei 100mila euro
o su quello della libera professione dei medici. Sono veramente curioso, anche
perché lavorando all’ISS sarò un vostro sottoposto, come affronterete la crisi
che sta attraversando l’istituto. Come sono curioso di come riuscirete a
convincere professionisti a venire a prestare il loro servizio a San Marino.

Vedete, qui non si tratta più solamente di andare a contare le crepe presenti al casale la Fiorina. Qui si tratta di attuare piani sanitari, di poter diventare accattivanti per i professionisti che avranno intenzione di operare nelle nostre strutture. Dovrete convincere la cittadinanza che si dovrà giocare la serie a, o con giocatori di serie c, o con giocatori sottopagati che inizieranno a rumoreggiare quando non arriveranno i risultati sperati, o quando saranno attratti dalle sirene dell’estero.

A meno che
non vogliate vendere loro l’aria di San Marino come qualcuno proponeva di fare.

Ma se è vero
che le fasi che ho elencato all’inizio del mio intervento possono
caratterizzare lo stato d’animo delle forze politiche dello scenario politico
sammarinese, è anche vero che ne va aggiunta una sesta di fase che penso possa
caratterizzare non solo chi è parte attiva delle elezioni, ma anche chi con il
suo voto ha determinato questo assetto: ed è quella della speranza, che poi va
di pari passo con la curiosità che credo attanagli ogni cittadino sammarinese.

LIBERA fin
dal suo esordio ha invocato un governo di scopo in grado di mettere in
sicurezza il paese attraverso riforme strutturali non più rimandabili.

Il paese ha
ottenuto un governo politico tra forze in antitesi tra loro.

Forze che a
3 settimane dalle elezioni non hanno ancora abbozzato un mezzo programma
politico del prossimo governo, ma che hanno occupato le testate giornalistiche
con il toto segretari di stato, cercando di incastrare al meglio i tasselli
mancanti.

Quindi vi
chiedo: avete perlomeno in mente che cosa vorrete fare nei prossimi 5 anni di
governo?

Avrete
intenzione di spiegarlo alla cittadinanza quando avete sistemato tutte le
vostre poltrone?

Con che
visione vorrete impostare la politica estera, quella economica, quella dei temi
etici?

Appunto sui
temi etici, avrà la meglio il Mangiarotti o il comitato per le unioni civili?

Non parlo
degli NPR che sono forze facilmente adattabili sullo scenario politico, ma voi
di RETE e della DC che nascete su posizioni non diverse ma addirittura in
antitesi, come potete impostare le prossime strategie di governo su questi
presupposti? Anche perché non essendo appunto un governo di scopo ma politico
dovrete pur trovare delle sinergie per impostare ad esempio i prossimi 100
giorni di governo.

A meno che
il vostro unico interesse era quello di arrivare o ritornare al potere, allora
li si che saremo un’opposizione feroce e intransigente.

Volevate la
rappresentatività e l’avete ottenuta, pertanto siete ampiamente legittimati a
governare e a gestire il paese.

E vi darò
anche il mio sostegno qualora dimostriate di produrre politiche che non siano
solo spartizione di potere, come state dimostrando adesso con le segreterie di
stato, ma che siano politiche caratterizzate dalla giustizia e dall’equità.

Il paese ha bisogno di procedere alla svelta, ma non di fretta.